L’euroscetticismo dei giovani, la comunicazione, il futuro dell’Unione
Agnes Monfret, capo comunicazione Dg Regio Commissione Europea, è stata tra i protagonisti indiscussi del Meeteting Inform INIO tenutosi a Palermo, dal 17 al 19 maggio 2019. Interessanti alcune sue considerazioni sulla difficoltà di comunicare l’Europa e le politiche di coesione.
Perché è così difficile comunicare efficacemente cosa l’Europa sta facendo per il Mezzogiorno, e cosa stiamo facendo in Sicilia? Che tipo di incontro ci attende?
Questo è il Meeting del gruppo di esperti Inform – Inio, aderenti al network che riunisce tutti gli uffici che hanno il compito di comunicare i fondi di investimento europei relativi a questa programmazione, la 2014/2020. (Oltre 450 programmi: da un lato i fondi europei per lo sviluppo regionale, dall’altro quelli del Fondo sociale europeo).
Il nostro obiettivo è quello di comunicare meglio: tutto qui! Apprendere le regole, implementarle, imparare dagli altri le pratiche migliori, (capire) come comunicare in modo più efficiente ed efficace, riconnetterci con il cittadino europeo, aspetto questo ancora critico, persino qui.
Perché è così difficile comunicare bene cosa l’Europa sta facendo per le regioni, e per il mezzogiorno d’Italia?
Se la risposta fosse stata semplice, non saremmo stati in questa situazione.
Quanto all’Italia, in termini di rappresentazione positiva, è il Paese che ha la percezione più bassa di cosa stiamo facendo. E questo, nonostante sia il luogo dove investiamo un sacco di soldi: ed è così da molto tempo. Ecco perché questa è una buona domanda: ma ho paura di non avere la risposta.
Noi ci stiamo impegnando molto, perché tra 11 giorni ci saranno le elezioni europee. Siamo convinti che si tratti di un momento storico, come ha ricordato l’assessore regionale stamattina, per dimostrare che le politiche di coesione sono presenti in ogni città ed in ogni paese: pensate alle scuole, agli ospedali, ai centri sportivi, persino i ponti, che diminuiscono i tempi di durata dei viaggi, e così facendo contribuiscono a facilitare la vita delle persone, dando loro più tempo per stare magari con i loro figli.
L’Europa è presente ovunque, e tuttavia – non parlo dell’Italia, ma dell’Europa in generale – abbiamo la tendenza ad imputare tutto il negativo a Bruxelles, e attribuire ad un successo nazionale o regionale quanto, de facto, deriva da progetti finanziati dai fondi comunitari per lo sviluppo regionale.
Penso che abbiamo fallito in passato, che dobbiamo fare meglio, che dobbiamo comunicare di più e in modo migliore: ecco perché siamo qui oggi a Mondello. Per imparare dagli altri e migliorarci.
Perché i cittadini sono così distanti dall’idea di Europa?
Credo che una delle ragioni per le quali l’Europa è così disconnessa dai cittadini ed in particolare dalle generazioni più giovani, sia perché – soprattutto quest’ultimi -, tendono a dare per scontato tutto quello che hanno. Non hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale, anche se in qualche caso i loro nonni possono avergliene parlato; prendono la libertà di movimento delle persone, i servizi, eccetera, come garantiti perché non hanno memoria dei confini, ed hanno sempre vissuto con l’UE. (Ripeto): sono la generazione dell’Unione Europea, e prendono l’Europa per scontato.
Così il nostro dovere, come generazione già più anziana, è mostrare ogni singolo giorno cosa è stato fatto: cosa abbiamo fatto concretamente per loro.